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  • 1 dicembre 1923: il disastro del Gleno

    Nel 2023 ricorre il centenario del crollo della diga del Gleno. Un evento la cui conseguenza...

  • 10 settembre: gli eventi alluvionali di Livorno e Soverato

    Il 10 settembre ricorre l’anniversario di due eventi alluvionali, tra i più drammatici...

  • 14 novembre 1951: l’alluvione del Polesine

    Il 1951 fu un anno particolare. Da gennaio a ottobre su tutto il territorio nazionale si...

  • 15 settembre 2022: le vittime dell’alluvione nelle Marche

    La sera del 15 settembre 2022 una disastrosa alluvione ha interessato parte dei territori delle...

  • 1963-2023: i 60 anni del disastro del Vajont

    Oggi, 9 ottobre, ricorre il 60° anniversario del disastro del Vajont. Alle ore 22.39 di quel...

  • 2007-2021: quindici anni di frane e inondazioni in Italia

    Come noto, in Italia frane e inondazioni sono frequenti e causano alle strutture e infrastrutture...

  • Colata detritica con danni a Borca di Cadore (BL)

    Giu 16 | post | IRPI | 70 Views | with Commenti disabilitati su Colata detritica con danni a Borca di Cadore (BL)

    Nella tarda serata di domenica 15 giugno 2025, una colata detritica si è originata dal Monte Antelao ed ha raggiunto l’abitato di Cancìa, nel comune di Borca di Cadore (BL). Come evidente nelle immagini aeree dei Vigili del Fuoco, il materiale detritico ha invaso diverse abitazioni poste nell’area pedemontana, e la strada statale 51 di Alemagna. Non si sono registrate vittime ma alcuni residenti sono rimasti bloccati nelle proprie abitazioni. Ad innescare l’imponente fenomeno di trasporto in massa, è stata una precipitazione temporalesca di circa 50 mm in 30 minuti, con intensità di picco in 5 minuti pari a 203 mm/h (dati ARPA Veneto).

    L’area posta alla base del Monte Antelao è stata interessata da fenomeni di colata detritica fin dai tempi storici, a causa delle particolari condizioni geologiche e geomorfologiche. I fenomeni più importanti degli ultimi decenni sono stati quelli del 2009, quando due persone persero la vita, e quello del 2015 (https://polaris.irpi.cnr.it/event/dissesto-geo-idrologico-nel-cadore/). Negli anni sono stati realizzati diverse misure di prevenzione sia strutturale che non-strutturale riducendo il rischio per la popolazione.

    Sabato 14 giugno 2025, la stessa zona è stata interessata anche da un imponente fenomeno di crollo in roccia, in corrispondenza della Croda Marcora, tra San Vito di Cadore e Cortina d’Ampezzo.

    Di seguito i video dell’evento pubblicati dall’agenzia AGTW.

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  • Dalla montagna al fondovalle: l’effetto domino del crollo del Ghiacciaio Birch (Vallese – CH)

    Giu 12 | focus | irpi | 41 Views | with Commenti disabilitati su Dalla montagna al fondovalle: l’effetto domino del crollo del Ghiacciaio Birch (Vallese – CH)

    Il 28 maggio 2025, alle 15:24, la porzione frontale del Ghiacciaio di Birch, nel Canton Vallese (Svizzera), è collassata trascinando con sé gli oltre 6 milioni di mc di detriti accumulatisi sulla sua superficie nelle settimane precedenti. La sequenza di crolli di roccia provenienti dal versante settentrionale del Kleines Nesthorn (3335 m s.l.m.) ha presumibilmente giocato un ruolo fondamentale nel destabilizzare la porzione del ghiacciaio interessato dal crollo. La massa di ghiaccio si è disintegrata subito dopo il distacco, dando origine a una catastrofica valanga di ghiaccio e roccia con un fronte largo circa 500 m, che si è propagata lungo il versante a una velocità di 200 km/h, fino al fondovalle della Lötschental. Dopo una corsa di oltre 2,5 km ed aver superato un dislivello di 1200 m, la valanga è risalita sul versante opposto della valle per circa mezzo chilometro con un dislivello di 240 m. L’energia rilasciata dalla massa in movimento è stata tale da essere registrata da una vicina stazione sismica con una magnitudo indicativa di 3.1. Il torrente Lonza, che scorre sul fondovalle, è stato sbarrato dall’ingente accumulo di detrito con la formazione di un lago temporaneo. Questa ulteriore criticità ha sollevato timori per uno possibile svuotamento improvviso e la conseguente ondata di piena. Fortunatamente dopo un paio di giorni il corso d’acqua è riuscito ad aprirsi in modo naturale una via di deflusso all’interno del deposito e il livello del lago si è stabilizzato. L’abitato di Blatten è rimasto sepolto sotto una coltre di 20-30 m di spessore di detrito senza che la popolazione venisse investita. Il villaggio risultava evacuato al momento del crollo, grazie al continuo monitoraggio del Ghiacciaio di Birch in atto da  oltre due decenni. Questa misura di sorveglianza fu programmata a seguito di due voluminose valanghe di ghiaccio che avevano raggiunto il fondovalle negli anni 1990. Il monitoraggio costante ha consentito di identificare l’instaurarsi di una fase evolutiva critica sul versante soggetto alla una sequenza di crolli, alcuni di dimensioni consistenti (il più grande il 19 maggio, valutato in circa 300.000 mc). Tutti questi segnali d’instabilità sono stati correttamente interpretati e comunicati agli abitanti di Blatten, che hanno avuto così la possibilità di mettersi in salvo. 

    Per approfondimenti: Marta Chiarle e Gianni Mortara: L’eccezionale valanga di ghiaccio e roccia di Blatten nel Canton Vallese (Svizzera)

    Courtesy: Credit X @ultimoranet 

    Modello 3D: Copyright: Simeon Schmauß – created from BAFU/swisstopo Rapid Mapping oblique imagery, CC BY 4.0 (https://sketchfab.com/3d-models/blatten-glacier-collapse-2025-05-30-037bb8933d2444d6b283da885ab77a8d)

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  • Marzo-aprile 2025: Toscana ripetutamente interessata da fenomeni alluvionali e frane

    Apr 21 | post | IRPI | 585 Views | with Commenti disabilitati su Marzo-aprile 2025: Toscana ripetutamente interessata da fenomeni alluvionali e frane

    Prima l’evento del 14 marzo, seguito poi da quello del 18 aprile 2025. Il territorio della Toscana settentrionale si conferma tra quelli maggiormente interessati da frane e fenomeni alluvionali nei primi mesi del 2025.

    Il 14 marzo 2025 precipitazioni intense e persistenti hanno interessato la zona del Mugello generando la piena del fiume Sieve e dei corsi d’acqua minori, tra cui il Rimaggio a Sesto Fiorentino. Danni per milioni di euro sono stati causati ad abitazioni, aziende e strade inondate da acqua e fango. Nelle zone montane, ed in particolar modo nei comuni di Marradi, Vaglia, e Palazzuolo sul Senio, le strade sono state interrotte da diverse frane superficiali isolando alcuni centri abitati, e determinando l’evacuazione di diverse decine di persone. Un approfondimento meteo del Consorzio Lamma è consultabile qui.

    Il 18 aprile 2025, intense precipitazioni associate al ciclone Hans che aveva già provocato danni in Piemonte ed Emilia-Romagna, hanno innescato numerose frane superficiali in Versilia, nella zona interessata dalla storica alluvione del 1996. I comuni più colpiti, con le relative frazioni, sono stati Seravezza, Stazzema, Pietrasanta, e Camaiore, in provincia di Lucca, dove in 24 ore sono piovuti più di 200 mm di pioggia.

    Altri eventi ripetuti avevano colpito la Toscana nel 2024.

    Di seguito alcuni video pubblicati sulla piattaforma YouTube, relativi agli eventi di marzo ed aprile 2025.


    Immagini aeree dalla zona del Mugello (14/03/2025)


    L’esondazione del torrente Rimaggio a Sesto Fiorentino (14/03/2025)


    Frane in Versilia-1 (18/04/2025)


    Frane in Versilia-2 (18/04/2025)

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  • Il ciclone Hans provoca diffuse inondazioni in Piemonte: 1 morto

    Apr 18 | post | IRPI | 256 Views | with Commenti disabilitati su Il ciclone Hans provoca diffuse inondazioni in Piemonte: 1 morto

    Le abbondanti precipitazioni associate al passaggio del ciclone Hans  hanno provocato diffuse inondazioni e frane superficiali in molte zone dell’Italia nord-occidentale. Le regioni più colpite sono il Piemonte e l’Emilia-Romagna, mentre copiose nevicate hanno interessato la Valle d’Aosta. Nel comune di Monteu da Po (TO), l’esondazione del Rio della Valle ha interessato il centro urbano, provocando la morte di un anziano di 92 anni mentre era al piano terra della sua abitazione localizzata nei pressi di piazza Bava.

    Diverse persone sono state salvate dai soccorritori in varie località del Piemonte in seguito all’esondazione dei corsi d’acqua, e 190 sono state evacuate. Danni ingenti sono stati registrati anche lungo la rete viaria a causa di numerose frane superficiali e colate detritiche. Gli apporti pluviometrici sono stati effettivamente rilevanti, al punto che in alcune località dell’arco alpino sono stati misurati valori cumulati di evento superiori ai 500 mm.

    In Emilia-Romagna, le zone più colpite dai fenomeni geo-idrologici sono state quelle del piacentino e del parmense. Un’allerta rossa è stata diramata per le zone di pianura esposte a possibili inondazioni dovute alla piena del fiume Po.

    Di seguito alcuni video dell’evento pubblicati sulla piattaforma YouTube.

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  • Il 2025 inizia con 2 allerte rosse in Calabria e Liguria: frane e inondazioni in diverse località

    Gen 29 | post | IRPI | 552 Views | with Commenti disabilitati su Il 2025 inizia con 2 allerte rosse in Calabria e Liguria: frane e inondazioni in diverse località

    Prima in Calabria e poi in Liguria, due allerte rosse sono state diramate dalla Protezione Civile delle rispettive regioni nel mese di gennaio 2025. Due distinte perturbazioni, infatti, hanno apportato ingenti quantitativi di pioggia sui territori allertati, con il conseguente innesco di numerose frane e fenomeni alluvionali. Danni a strutture ed infrastrutture, oltre alle conseguenze per la popolazione, sono stati rilevati in diverse località.

    Il primo evento si è verificato il 17 gennaio 2025, con precipitazioni che localmente hanno superato i 200 mm in 24 ore. Frane di piccola entità hanno interessato la rete viaria calabrese, mentre importanti fenomeni erosivi e deposizionali si sono verificati in diverse fiumare dell’Aspromonte, come quelle di Stilaro e La Verde.

    Video della fiumara Stilaro


    Video della fiumara La Verde

    In Liguria, le abbondanti piogge del 27 e 28 gennaio 2025 hanno provocato l’esondazione di numerosi corsi d’acqua, come il fiume Entella a Chiavari, e frane che hanno coinvolto anche qui la rete viaria. Il fenomeno più importante si è verificato a Mignanego, dove un automobilista è rimasto ferito in seguito all’impatto con il materiale franato lungo la SS35 di Giovi. Cinque persone sono state evacuate ad Orero e due a Lumarzo.


    Video del fiume Entella

    Nel corso dei due eventi, danni minori sono stati rilevati anche in alte regioni, quali Sicilia, Basilicata, Toscana ed Emilia-Romagna.

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  • Frane e inondazioni con conseguenze dirette sulla popolazione italiana: un trend in aumento

    Nov 4 | focus | irpi | 1237 Views | with Commenti disabilitati su Frane e inondazioni con conseguenze dirette sulla popolazione italiana: un trend in aumento

    Nei grafici di questo approfondimento sono sintetizzati e rappresentati i dati del catalogo degli eventi geo-idrologici con danni alla popolazione avvenuti in Italia a partire dal 1951, pubblicati semestralmente nei Rapporti Periodici sul Rischio posto alla Popolazione Italiana da Frane e da Inondazioni gestiti dal CNR-IRPI.

    Il primo istogramma riporta l’andamento annuale del numero di eventi con morti e dispersi che si sono registrati in Italia a causa di inondazioni (blu) e movimenti franosi (verde). Da una prima lettura del grafico è evidente che, a partire dal 1951, non esiste un anno in cui questi eventi non abbiano causato vittime. Spiccano per numerosità il 1951 e il 1966, anni in cui si verificarono ripetuti eventi alluvionali in varie regioni italiane. Si ricordano tra i tanti quello dell’ottobre del 1951 in Calabria, dove in quattro giorni caddero circa 1770 mm di pioggia con frane e inondazioni che causarono più di 68 vittime e 6700 tra sfollati e senzatetto, senza dimenticare i 101 morti dell’alluvione del Polesine, quando le acque del Po sommersero i due terzi della provincia di Rovigo. Nei primi giorni del novembre 1966, invece, nel nord Italia esondarono tutti i fiumi del bacino dell’Adige e numerosi centri urbani rimasero per giorni sott’acqua, con decine di chilometri quadrati di campagna sommersi. Nell’Italia nord-orientale si contarono 87 morti e gravissimi danni ovunque. Negli stessi giorni in Toscana lo straripamento dell’Arno e dei corsi d’acqua minori del suo bacino causarono 47 morti, sfollati, senzatetto, botteghe distrutte e incalcolabili danni alle opere d’arte custodite nella città di Firenze.
    Dietro ai numeri rappresentati dalle barre blu e verdi del grafico sono però nascosti i luoghi feriti da quegli eventi naturali che hanno lasciato tracce evidenti sui nostri territori, ma soprattutto vittime, rovine e tante storie di dignitosa ricostruzione e solidarietà. Per difendere le città, le attività economiche e le persone sia a livello nazionale sia, in tempi più recenti, anche a livello europeo, sono state emanate normative e direttive in seguito alle quali sono state realizzate opere di difesa strutturale al fine di mitigare gli effetti devastanti delle inondazioni dei grandi fiumi e la messa insicurezza degli abitati a rischio frana. A queste misure di mitigazione, in gran parte di natura strutturale, si sono affiancati, negli ultimi anni, sistemi previsionali tecnologicamente avanzati, basati su catene modellistiche rigorose con l’obiettivo primario di allertare e avvisare la popolazione per ridurre gli impatti e contenere il numero delle vittime.

    E se i dati relativi al numero di morti e dispersi, rappresentati dalle barre rosse nel secondo istogramma, mostrano un trend in diminuzione quale probabile effetto dell’efficacia di questi sistemi, il numero degli eventi geo-idrologici con conseguenze sulla popolazione (barre arancioni nel terzo istogramma) mostrano una tendenza all’aumento. Nell’istogramma, infatti, le barre arancioni rappresentano il numero per anno degli eventi geo-idrologici, dove ogni evento è l’insieme di frane e inondazioni avvenute per effetto di uno stesso fenomeno meteoclimatico intenso, che hanno causato morti e/o dispersi e/o feriti e/o sfollati e/o senzatetto, compresi quelli dovuti alle evacuazioni preventive disposte in fase di allerta.

    L’aumentare del numero di eventi per anno, che si evince dall’osservazione dell’istogramma, potrebbe essere l’effetto congiunto di più fattori tra cui la maggiore disponibilità di notizie, l’aumento dell’esposizione delle persone in aree a elevata pericolosità, l’inarrestabile consumo di suolo e, per quanto riguarda la principale forzante di questi eventi che sono per la maggior parte pluvio-indotti, la variazione del regime pluviometrico in termini di intensità di pioggia.

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  • Temporali autorigeneranti in Liguria e Sardegna: 2 morti

    Nov 1 | post | IRPI | 447 Views | with Commenti disabilitati su Temporali autorigeneranti in Liguria e Sardegna: 2 morti

    Nei giorni 26 e 27 ottobre 2024, temporali autorigeneranti hanno determinato precipitazioni molto intense in Liguria e Sardegna. Le abbondanti precipitazioni hanno favorito la formazione di piene torrentizie e frane superficiali. Arenzano (GE) e Cario Montenotte (SV) risultano i comuni liguri più colpiti dall’esondazione dei corsi d’acqua. Ad Arenzano, un ristoratore di 62 anni risulta disperso in seguito alla piena del rio Lissuolo. Le ricerche dei Vigili del Fuoco sono state sospese il 31 ottobre 2024. A Cairo Montenotte, il fiume Bormida è esondato invadendo le zone abitate. Anche i territori di Cogoleto e Varazze hanno ricevuto ingenti quantitativi di precipitazione con allagamenti localizzati sulla rete autostradale e la statale Aurelia.

    In Sardegna, le precipitazioni più intense si sono verificate nel Sud della regione e nell’Oristanese. A Siliqua, nella zona del monte Arcosu, il corpo di un uomo di 41 anni è stato ritrovato dai Vigili del Fuoco nelle acque del rio Camboni. Lo stesso era risultato disperso dopo essere stato trascinato con il suo fuoristrada nel tentativo di guadare il corso d’acqua insieme ad altre persone.

    Di seguito alcuni video degli eventi pubblicati sulla piattaforma YouTube.

    Il rio Lissuolo nel punto in cui sono state perse le tracce dell’uomo disperso ad Arenzano.

    Esondazioni nel savonese.

    Le ricerche del disperso in Sardegna.

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  • Settembre-ottobre 2024: Toscana ripetutamente interessata da fenomeni alluvionali e frane

    Ott 26 | post | IRPI | 1078 Views | with Commenti disabilitati su Settembre-ottobre 2024: Toscana ripetutamente interessata da fenomeni alluvionali e frane

    Nella notte tra il 25 e 26 ottobre 2024, precipitazioni intense associate ad una cella temporalesca autorigenerante hanno determinato importanti fenomeni alluvionali nei territori delle province di Pisa e Livorno. Diversi torrenti sono esondati invadendo le zone limitrofe urbanizzate, in particolare nei comuni di Cecina, Castellina marittima, Riparbella, Santa Luce, Montescudaio e Terricciola. A Riparbella, un ponte è crollato a causa dell’elevata pressione esercitata dalle acque del torrente Botra. Circa 15 persone sono state salvate dai Vigili del Fuoco dopo essersi rifugiate sui tetti delle proprie autovetture nel pisano. Alcune frane hanno interrotto la viabilità comunale e provinciale in tutta l’area.

    La Val di Cecina era stata interessata da fenomeni simili già il 23 e 24 settembre 2024, quando a Montecatini Val di Cecina una turista tedesca e suo nipote erano stati travolti dalle acque del Fiume Sterza. Le ricerche dei soccorritori avevano consentito di ritrovare il corpo della nonna, mentre quello del bambino non è stato mai ritrovato.

    Il 18 ottobre 2024, sempre la Toscana era stata interessata dall’esondazione dei fiumi Elsa e Cornia, con ingenti danni nei territori di Castelfiorentino, Cusona, Campiglia, Venturina Terme.

    In tutti gli eventi sono state registrate precipitazioni totali superiori ai 100 mm, corrispondenti a quantitativi che statisticamente si rilevano in uno o più mesi.

    Di seguito alcuni video degli eventi pubblicati sulla piattaforma YouTube.

    Alluvione nel pisano del 25 ottobre 2024

    Alluvione nel pisano del 25 ottobre 2024

    Alluvione in Val d’Elsa del 18 ottobre 2024

    Alluvione a Montecatini Val di Cecina del 24 settembre 2024

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  • Emilia-Romagna: due ulteriori alluvioni nel 2024

    Ott 22 | post | IRPI | 5952 Views | with Commenti disabilitati su Emilia-Romagna: due ulteriori alluvioni nel 2024

    Dopo le due grandi alluvioni del 2023 (1-3 maggio e 16-17 maggio), la regione Emilia-Romagna è stata interessata da ulteriori fenomeni alluvionali nei periodi 17-19 settembre e 19-20 ottobre 2024.

    Anche questi ultimi due eventi sono stati innescati da precipitazioni estreme in termini di valori cumulati, che hanno messo in crisi il reticolo idrografico e le zone limitrofe densamente abitate. Secondo i dati riportati da Arpae Emilia-Romagna, durante l’evento del 17-19 settembre 2024 sono stati registrati valori di precipitazione fino a 360 mm, di cui 285 mm caduti in sole 24h. Le abbondanti precipitazioni hanno determinato importanti fenomeni di piena nei bacini dell’Idice, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone, dove alcuni argini sono stati sormontati o crollati allagando interi centri abitati.

    L’evento del 19-20 ottobre 2024 è stato più modesto in termini di precipitazioni cumulate ed estensione delle aree colpite. La rete pluviometrica di Arpae ha rilevato valori cumulati fino a 180 mm, con il massimo di 148.5 mm in 24 ore. In questo caso, i fenomeni di piena hanno riguardato i fiumi Ravone, Samoggia, Ghironda, Lavino, Savena e Idice, raggiungendo valori idrometrici anche superiori a quelli del maggio 2023. La piena del Ravone ha interessato alcuni quartieri della città di Bologna causando ingenti danni. A Pianoro, un ragazzo è morto dopo essere stato trascinato con la sua auto all’interno dell’alveo del torrente Laurenzano, e da lì fino al torrente Zena dove è stato ritrovato. Il fratello che era al suo fianco è riuscito a mettersi in salvo. In seguito alle evacuazioni preventive gestite anche grazie alle allerte, migliaia di persone sono state messe in sicurezza lontano dalle proprie abitazioni poste in zone a rischio.

    Ulteriori fenomeni alluvionali hanno interessato anche le province di Modena e Reggio Emilia, mentre il fiume Po ha raggiunto livelli superiori alla soglia di allarme.

    Precipitazioni cumulate nei 4 eventi del 2023 e 2024 (fonte Arpae).

    Esondazione del fiume Ravone nel centro di Bologna.

    La rottura dell’argine del canale Tassone (Fonte RaiNews)

    L’auto della vittima ritrovata a Pianoro, all’interno del fiume Zena

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  • Puglia: Vigile del Fuoco deceduto in seguito alla piena del canale Radicosa

    Set 19 | post | IRPI | 356 Views | with Commenti disabilitati su Puglia: Vigile del Fuoco deceduto in seguito alla piena del canale Radicosa

    Nella serata del 17 settembre 2024, intense precipitazioni associate alla tempesta Boris hanno determinato la piena del canale Radicosa, nel comune di San Severo (FG). Durante l’evento, le acque del canale hanno invaso la strada statale 89 “Garganica”, dove diverse persone sono rimaste bloccate nelle proprie autovetture. Durante le operazioni di soccorso, un fuoristrada dei Vigili del Fuoco è stato travolto dall’acqua insieme ai due occupanti, ed è stato trasportato ad una distanza di circa 500 metri dal luogo in cui era. Un Vigile del Fuoco ha perso la vita all’interno del mezzo, mentre un altro è riuscito a mettersi in salvo.

    Questo evento dimostra ancora una volta come l’interazione tra le infrastrutture viarie ed i corsi d’acqua possa determinare gravi criticità in caso di allerta, richiedendo un’attenta azione di monitoraggio in corso di evento effettuata da tecnici competenti.

    Di seguito due video dei Vigili del Fuoco che mostrano le ricerche ed il ritrovamento del fuoristrada all’interno del canale.

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