Novembre 1966: le vittime dell’alluvione in Toscana

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Nel 2016 si è celebrato il cinquantesimo anniversario dell’alluvione che nel novembre 1966 colpì alcune regioni del nord-est e del centro Italia, causando complessivamente oltre 130 morti, quasi 400 feriti e almeno 88.000 tra sfollati e senzatetto.
Come noto, gli effetti più gravi, sia dal punto di vista del numero di vittime sia in termini di danni ai beni artistici e culturali, si ebbero in Toscana, a Firenze in particolare. Negli incontri e seminari che si sono tenuti per l’occasione sono stati approfonditi i più svariati aspetti dell’evento e ricordate le vittime a esso attribuite. Tuttavia, nonostante il tempo trascorso, ancora vi è qualche incertezza sul loro numero esatto e ancora oggi è possibile trovare in letteratura dati discordanti, e comunque in contrasto con l’elenco ufficiale delle vittime, inviato dal prefetto di Firenze al ministro degli Interni un mese dopo l’accaduto, e reso noto per la prima volta nel 2006 dal giornalista Franco Mariani e dall’Associazione Firenze Promuove.

Decidere se le vittime siano da considerarsi collegate, ed eventualmente in che modo, a un evento non è banale, tanto più se si tratta di fatti accaduti indietro nel tempo. Nel caso di Firenze la questione era stata sollevata in un articolo a firma Gino Gerola e Mario Materassi pubblicato nel mensile Il Ponte, n. 11/12 del 1966, pagg. 1355-1357, del quale si riporta in coda a questo focus un breve stralcio.
Stabilire il numero esatto di vittime attribuibili a un evento e le modalità con le quali queste hanno perso la vita, e quindi gestire la problematica descritta da Gerola e Materassi, rientra fra le attività svolte dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPI-CNR). Ai fini della valutazione quantitativa del rischio geo-idrologico a cui è soggetta la popolazione italiana, da oltre venti anni l’Istituto raccoglie ed elabora informazioni storiche su frane, inondazioni e altri fenomeni naturali che hanno provocato danni alle persone. Tali informazioni sono confluite in un catalogo di eventi che copre un arco temporale molto ampio (dal VI secolo ai giorni nostri) e che viene aggiornato in tempo reale. Sulla porzione di catalogo relativa all’ultimo cinquantennio è stato condotto uno studio di dettaglio sulle cause, sulle modalità e sull’incidenza dei decessi in base al genere e all’età delle vittime. Lo scopo della ricerca è stato quello di circostanziare i comportamenti delle persone coinvolte in eventi fatali e capire quali siano i più frequenti e i più pericolosi, in modo da poter predisporre campagne informative per sensibilizzare la popolazione verso adeguate pratiche di autoprotezione.

Il lavoro effettuato ha permesso di raccogliere notizie particolareggiate su molte delle persone che in questi 50 anni hanno perso la vita a causa di frane e inondazioni. Il linea generale si sono attribuite a un dato evento anche le vittime decedute per cause indirettamente connesse all’evento stesso. Sono state ad esempio incluse le persone morte a distanza di tempo per le conseguenze di lesioni o malori subiti in corso d’evento, quelle decedute durante o immediatamente dopo le operazioni di salvataggio, e durante le attività di sgombero o ripristino. Anche per le vittime toscane dell’alluvione del 4 novembre 1966 si è riuscito nella stragrande maggioranza dei casi a identificare nome, cognome ed età e a ricostruirne le circostanze del decesso. Alcune di queste persone non sono nell’elenco ufficiale della prefettura di Firenze già citato ma, in virtù degli elementi emersi con la nuova ricerca, e secondo il criterio di attribuzione sopra descritto, si è ritenuto di potervele inserire. Il bilancio che ne risulta è di 47 vittime in tutta la regione, delle quali 38 registrate a Firenze e provincia, cinque in provincia di Pisa, due in provincia di Grosseto, una in provincia di Arezzo e una in provincia di Lucca.

Analizzando nel dettaglio i dati a disposizione si nota che la maggior parte delle vittime, 39 (83%), è stata causata dall’esondazione di fiumi e corsi d’acqua minori e una minima parte è dovuta a eventi di frana per i quali si contano 8 decessi (17%). Per quanto riguarda il sesso delle vittime non si è evidenziata una grande differenza tra maschi e femmine, anche se a perdere la vita sono state più donne (25, 53 %) che uomini (22, 47%). Questo dato è in controtendenza rispetto alle statistiche nazionali calcolate per il cinquantennio 1965-2014, dove il genere maschile risultato quello più colpito.
L’età è nota per 44 delle 47 vittime (93,6%), e quattro fra queste, tre bambine e un bambino, avevano meno di 10 anni. Tra le vittime non vi sono stati adolescenti e giovani ragazzi (tra gli 11 e i 19 anni), mentre quattro sono stati i morti fra i 20 e i 35 anni. La maggior parte delle vittime ricade nelle fasce di età più mature: dieci con età compresa fra i 36 e i 59 anni (sei donne e quattro uomini), 21 fra i 60 e i 79 anni (undici donne e dieci uomini) e cinque con più di 80 anni (tre donne e due uomini).
I dati, divisi per genere (in rosa le femmine, in azzurro i maschi), sono riportati nel grafico che evidenzia come la fascia di età più colpita sia quella tra i 60 e i 79 anni.

ISTOGRAMMA REATT-Novembre 1966 le vittime dellalluvione in Toscana

Di tutte le 47 vittime si è potuta ricostruire la dinamica del decesso, e la maggior parte di queste persone (27, 57%) hanno perso la vita tra le pareti della propria abitazione. Più nel dettaglio 16 sono rimaste coinvolte nel crollo dell’edificio, dieci sono annegate dopo essere state raggiunte dalle acque e una è soffocata per le esalazioni di nafta durante i lavori di ripulitura di uno scantinato. I crolli degli edifici sono stati causati da una frana (sette vittime), da alcune esplosioni di carburo (cinque vittime) e dalla forza delle acque (quattro vittime).
Vale la pena di notare che delle dieci persone annegate in casa, almeno la metà risiedeva certamente al pianterreno o al seminterrato e per varie ragioni non avevano voluto o potuto salire ai piani alti. Il dato conferma come una non adeguata sensibilizzazione e preparazione rispetto ad eventi di questo tipo possa costituire un grave rischio per l’incolumità dei cittadini.
La maggior parte delle persone che hanno perso la vita all’aperto (7, 63%) si trovavano lungo le vie dei centri abitati. Delle altre, due hanno perso la vita in campagna nel tentativo di portare in salvo alcuni animali, uno è rimasto vittima di un incidente stradale dovuto a una frana e un altro è deceduto travolto dal suo escavatore durante i lavori di ripristino di una rotta arginale.
In nove casi (19%) il decesso è stato causato da malori o dall’aggravamento delle condizioni di salute già precarie al momento del fatto. Tre persone (6%) hanno invece perso la vita durante o subito dopo le operazioni di soccorso.
Fa riflettere il fatto che sei persone (13%) sono decedute per aver messo in atto condotte estremamente imprudenti: uscire di casa per osservare l’evoluzione della piena (2 persone), ritardare la fuga o rientrare in casa dopo essere riusciti a fuggire per recuperare beni materiali o bestiame.
Di seguito l’elenco delle vittime, suddivise per provincia, con una breve descrizione della modalità di morte e l’indicazione della fonte dalla quale sono state tratte le informazioni.

Vittime nella Provincia di Firenze
FIRENZE CITTÀ

1.Marietta BACCI in Mazzetti.
Venne investita dalle acque dell’alluvione e morì il 27 novembre. Viene inserita nell’elenco in quanto deceduta per cause strettamente correlate all’evento anche se avvenuta dopo circa 3 settimane.
(Gerola G. e Materassi M.: Cronaca, Il Ponte n. 11-12 a. 1966, pagg. 1355-1357);

2. Elide BENEDETTI, 66 anni, residente in via delle Casine.
Inferma in carrozzella, viveva sola nel suo appartamento al pian terreno. I soccorritori non potendola portare via dall’appartamento, nell’estremo tentativo di salvarle la vita, la legarono all’inferriata di una finestra ma nel volgere di qualche tampo la donna venne raggiunta dalle acque e annegò, assistita fino all’ultimo dal suo parroco.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

3. Giuseppina BIANCALANI, 76 anni, residente in via Aretina.
Morì per le gravi lesioni riportate a seguito della caduta dall’elicottero che la stava portando in salvo
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; Gerola e Materassi cit.);

4. Guido CHIAPPI, 73 anni, residente in via Arnolfo.
Fu rinvenuto cadavere in Piazza Beccaria. Uscito di casa durante l’alluvione per osservarne l’evoluzione, venne travolto dalle acque e trascinato via nonostante il tentativo di salvataggio da parte di un familiare
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

5. Pietro COCCHI, 74 anni, e la moglie Giuseppina Poggiolini, residenti in Via Gian Paolo Orsini.
Sebbene fossero stati avvisati del pericolo incombente e più volte sollecitati dai soccorritori a mettersi in salvo, i coniugi, in particolare il marito, paralizzato alle gambe, si rifiutarono di allontanarsi dalla propria abitazione.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

6. Maria FACCONI vedova Lorigo, 48 anni, residente in piazza Santa Croce.
Riuscì a mettersi in salvo ma morì qualche tempo dopo in quanto non fu possibile somministrarle l’ossigeno di cui aveva bisogno. Viene inserita nell’elenco in quanto deceduta per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

7. Angela FANFANI vedova Bellacci, 69 anni, residente in via Aretina.
La signora abitava da sola in un appartamento sotto il livello stradale e, sebbene fosse stata avvisata del pericolo incombente e invitata a recarsi ai piani alti dell’edificio, preferì rimanere nella sua abitazione e come ultimo tentativo di salvezza si aggrappò all’inferriata della finestra del bagno dalla quale i vicini di casa tentarono inutilmente di salvarla.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

8. Umberto FILONI.
Morì una settimana dopo l’evento, asfissiato dalle esalazioni di nafta mentre stava sgomberando una cantina. Viene inserito nell’elenco in quanto deceduto per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(Gerola e Materassi cit.);

9. Italia FRUSI vedova Borgogni, 85 anni, residente nel pensionato del Sacro Cuore in Via Masaccio.
La signora, inferma, venne ritrovata la mattina del 5 novembre nella sua camera al pianterreno dell’edificio. Fu l’unica vittima dell’Istituto poiché, a differenza delle altre ospiti, non fu possibile trasportarla ai piani alti e venne adagiata su un tavolo sperando inutilmente che non venisse raggiunta dalle acque.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

10. Lino LEPORATTI, 65 anni, residente in via Benedetto Marcello.
Uscito di casa durante l’alluvione per osservarne l’evoluzione, venne travolto dalle acque e trascinato via.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

11. Ermenegildo LIVI, 81 anni, abitante in Via Francesco Datini.
Venne portato al sicuro con moglie ma anche a causa delle sue precarie condizioni di salute morì dopo qualche ora.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; Gerola e Materassi cit.);

12. Carlo MAGGIORELLI, 53 anni.
Venne travolto dalle acque mentre si trovava in servizio presso l’acquedotto dell’Anconella e venne recuperato solo dopo due giorni.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

13. Angelina MARÈ, 59 anni, residente in Via Borgo Pinti.
La signora viveva sola nel suo appartamento a piano terra dove annegò
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

14. Cesare MARTELLI, 54 anni, residente in Via Ghibellina.
Si trovava nella sua abitazione insieme ai familiari ma, invece di mettersi al sicuro salendo con loro ai piani alti, si attardò forse per recuperare qualche oggetto prezioso e venne travolto dalle acque. Vani i tentativi dei familiari di salvarlo.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

15. Fedora NESI, vedova Nochi, 77 anni, residente in Via Ghibellina.
Inferma, annegò nella sua abitazione al piano terra.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

16. Armido PERUZZI, 71 anni, residente in via di Rusciano.
Era riuscito a mettersi in salvo con la moglie ma volle rientrare nell’abitazione per recuperare qualche oggetto. Mentre si trovava in casa un’ondata di piena più forte bloccò la porta d’ingresso, impedendogli di uscire e precludendo ogni possibilità di soccorso.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

17. Giuseppina POGGIOLINI, 74 anni, e il marito Pietro Cocchi, residenti in Via Gian Paolo Orsini.
Sebbene fossero stati avvisati del pericolo incombente e più volte sollecitati dai soccorritori a mettersi in salvo, i coniugi, in particolare il marito, paralizzato alle gambe, si rifiutarono di allontanarsi dalla propria abitazione.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

18. Luciano SONNELLINI, 25 anni.
Detenuto del carcere delle Murate era evaso per mettersi in salvo insieme con molti altri ma venne travolto dalle acque. Il suo cadavere fu rinvenuto in uno scantinato.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

19. Carlo VENSI, 80 anni, residente in Via Scipione Ammirato.
Il signor Vensi perse la vita nello scoppio di un deposito di carburo che si trovava al pianterreno dello stabile dove abitava e fu rinvenuto carbonizzato.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)


CAMPI BISENZIO

20. Corinna CINTELLI in Fagiani, 70 anni, residente in località Sant’Angelo a Lecore in via Pistoiese.
Annegò dopo essere caduta da un pattino della Croce Verde di Viareggio che la stava portando in salvo
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Nazione, 7/11/1966, p. 5)


CASTELFIORENTINO

21. Guido BORGHI, 64 anni, abitante in Via Bozzoli.
Annegò mentre tentava di salvare alcuni capi di bestiame.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove;

22. Giovanni CORTINI, 58 anni, residente in via della Steccaia. Deceduto nel crollo della propria abitazione causato dallo scoppio di un deposito di carburo
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Nazione, 7/11/1966, p. 5)

23. Vittorio CORTINI, 24 anni, residente in via della Steccaia.
Deceduto nel crollo della propria abitazione causato dallo scoppio di un deposito di carburo
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Nazione, 7/11/1966, p. 5)

24. Rosa ORASSI in Cortini, 56 anni, residente in via della Steccaia.
Deceduta nel crollo della propria abitazione causato dallo scoppio di un deposito di carburo
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Nazione, 7/11/1966, p. 5)


EMPOLI

25. Agostino BINI, 73 anni, residente in via Bassa.
Sfollato a seguito dell’alluvione, già malato, venne ricoverato all’ospedale di Empoli e morì circa un mese dopo il fatto
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

26. Palmiro MANCINI, 66 anni, residente in via di Brusciana.
Morì assiderato dopo essere stato travolto dalle acque nei pressi della sua abitazione.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)


MONTELUPO FIORENTINO

27. Orfea CASINI, 68 anni, residente in viale Umberto.
Annegò nei pressi della propria abitazione sita lungo gli argini del fiume Pesa per essersi lasciata andare durante le operazioni di salvataggio con una fune. Il suo corpo è stato restituito dall’Arno in località Foce di Fiume Morto in San Rossore.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove, La Nazione, 8/11/1966, p. 9);

28. Giovanni CHIARUGI, 68 anni, residente in via XX Settembre.
Annegò in località “La Pesa” di Montelupo Fiorentino.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)


REGGELLO

29. Brunetta BIGAZZI, 32 anni, residente in via del Casentino.
Deceduta nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Stampa, 6/11/1966, p. 2; La Nazione, 6/11/1966, p.5);

30.Donatella BIGAZZI, 6 anni, residente in via del Casentino.
Deceduta nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

31. Guidalma BIGAZZI, 9 anni, residente in via del Casentino.
Deceduta nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

32. Lorenzo BIGAZZI, 31 anni, residente in via del Casentino.
Deceduto nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

33. Pasquale GONNELLI, di anni 79, residente in via del Casentino.
Deceduto nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

34. Rosina MERCIAI in Bigazzi, 43 anni, residente in via del Casentino.
Deceduta nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

35. Carolina NOCENTINI in Bigazzi, di anni 70, residente in via del Casentino.
Deceduta nel crollo della propria abitazione dovuto a una frana.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)


SESTO FIORENTINO

36. Marina RIPARI, 3 anni, residente a Osmannoro in via del Cantone.
Venne travolta dalle acque mentre la madre tentava di portarla in salvo.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)

37. Leonardo SOTTILE, 3 anni, residente a Osmannoro in Via Righi.
Deceduto a seguito di un’esplosione di gas avvenuta nello stabile dove abitava.
(Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove)


LOCALITA NON DETERMINATA, COMPRESA TRA PRATOLINO (comune di Vaglia, FI) E FIRENZE

38. Mario MAGGI, 44 anni.
Venne coinvolto in un incidente stradale causato da una frana sulla via Bolognese: probabilmente sbalzato fuori dal mezzo venne trascinato dal fango fino al fiume Mingone e ritrovato a Firenze città (Elenco ufficiale delle vittime, Associazione Firenze Promuove; La Nazione, 7/11/1966, p. 4; La Stampa, 11/11/1966, p. 5; www.toscanamedianews.it;)

Vittime nella Provincia di Pisa
CASTELFRANCO DI SOTTO
39. Faustina BANCHINI, 85 anni, residente a Castelfranco di Sotto.
Fu travolta e trascinata via dalle acque mentre si trovava coi fratelli nella propria abitazione che venne distrutta.
(La Nazione, 19/11/1966, p. 16)

40. Giorgina BANCHINI, 74 anni, residente a Castelfranco di Sotto.
Fu travolta e trascinata via dalle acque mentre si trovava coi fratelli nella propria abitazione che venne distrutta.
(La Nazione, 19/11/1966, p. 16)

41. Giuseppe BANCHINI, 81 anni, residente a Castelfranco di Sotto.
Fu travolto e trascinato via dalle acque mentre si trovava con le sorelle nella propria abitazione che venne distrutta.
(La Nazione, 19/11/1966, p. 16)

42. Igina BANCHINI, residente a Castelfranco di Sotto.
Fu travolta e trascinata via dalle acque mentre si trovava coi fratelli nella propria abitazione che venne distrutta. Nell’articolo risulta ancora dispersa a distanza di due settimane dal fatto.
(La Nazione, 19/11/1966, p. 16)


SANTA CROCE SULL’ARNO

43. Donna di cui non si conoscono le generalità.
Deceduta per un malore a San Donato, appena scesa dalla barca che l’aveva tratta in salvo. Viene inserita nell’elenco in quanto deceduta per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(La Nazione, 7/11/1966, p. 4; La Stampa, 7/11/1966, p. 5)

Vittime nella Provincia di Grosseto
GROSSETO

44. Santi QUADRALTI, 62 anni.
Deceduto in località Acquisti tentando di salvare il bestiame.
(Catenacci V.: Il dissesto geologico e geo ambientale in Italia […], Memorie descrittive della Carta Geologica d’Italia, n. 47 a. 1992, p. 124; Corriere della Sera 15/11/1966, p. 1; www.ilgiunco.net;

45. Margherita GIOVANNINI, 58 anni.
Deceduta per infarto nelle campagne di Grosseto dopo essere rientrata a distanza di giorni nella sua casa, gravemente danneggiata dall’alluvione. Viene inserita nell’elenco in quanto deceduta per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(L’Unità, 14/11/1966, p. 3).

Vittime nella Provincia di Lucca
TORRE DEL LAGO

46. Uomo di cui non si conoscono le generalità.
Schiacciato dal suo trattore durante le attività di ripristino di un argine. Viene inserito nell’elenco in quanto deceduto per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(La Nazione, 7/11/1966, p. 4).

Vittime nella Provincia di Arezzo
MONTEVARCHI

47. Anna BOZZI, 74 anni, residente a Montevarchi.
Morta per infarto dovuto alla paura dell’alluvione. Viene inserita nell’elenco in quanto deceduta per cause indirette ma strettamente correlate all’evento.
(La Nazione, 8/11/1966, p. 8).


L’Arno straripa, di Gino Gerola e Mario Materassi,
pubblicato nel mensile Il Ponte. Rivista di politica economia e cultura fondata da Piero Calamandrei, n. 11/12 del 1966, pagg. 1355-1357.

[…]Trentasette i morti a Firenze e provincia, più due il cui decesso non è stato accertato se sia da attribuire direttamente o indirettamente agli avvenimenti del 4 novembre: queste le conclusioni dell’inchiesta condotta dalla magistratura, rese note il 29 novembre. Un precedente comunicato del ministero degli Interni dava la cifra sensibilmente inferiore di trentatre.
È necessario precisare che i due elenchi tengono conto soltanto dei morti per cause dirette, escludendo quanti sono deceduti in seguito alla mancata assistenza (malati di cuore, diabetici, ecc.), ai gas delle cantine invase dalla nafta, al freddo e all’umidità delle case senza riscaldamento, a bronchiti o polmoniti contratte durante la permanenza all’addiaccio, quando non addirittura nell’acqua per ore e giorni; e via dicendo. Ma si può proprio considerare naturale, senza legami con l’alluvione, la scomparsa di quelli “indiretti”?
Non si tratta certo di mettere in discussione le risultanze della magistratura. È lecito tuttavia avanzare qualche dubbio circa il criterio di discriminazione tra le due categorie. […] Ermenegildo Livi, per esempio, fu svegliato nel pieno della notte e trasferito al piano superiore dove l’acqua non arrivò; morì la mattina per sincope, nella quale ha indubbiamente giocato il fattore emozione. C’è da considerare però che soffriva di gravi deficienze cardiache. Comunque fu incluso nei 37 “diretti”. I casi di morte per collasso nei primissimi giorni dopo la piena furono molto frequenti, eppure non furono registrati. Fino a che punto in loro non ha agito lo stato di agitazione causato dalla tragedia?
Per il caso inverso, citiamo quello di una donna, tale Marietta Bacci nei Mazzetti, morta, come dice il necrologio, “il giorno 27 novembre 1966 dopo essere stata investita dall’acqua dell’alluvione il 5 novembre scorso”. In quale elenco dovrebbe essere inclusa? E allo stesso modo, se sono morti o moriranno altri feriti “diretti” (ammesso che ne rimangano), di quelli che come si è espressa la stampa «non erano neppure in grado di dire il loro nome», entreranno o meno nella lista ufficiale?
Facciamo altri due casi: Giuseppina Biancalani muore cadendo dall’elicottero che la sta salvando e il suo nome appare nell’elenco della magistratura; Umberto Filoni, invece, che una settimana dopo muore nello smassamento di una cantina per le esalazioni della nafta, non viene inserito. A quale sottile casistica è riconducibile questa selezione? […] Ancora in tema di discordanze: il ministro degli Interni, in data 9 novembre, denuncia 29 morti e nessun disperso, mentre Il Giorno del 10 dà per certi 49 morti e 25 dispersi. Tenendo presente che il giornale milanese accomuna i “diretti” e gli “indiretti”, si ha sempre una differenza di 20 morti per cause comunque derivate. Circa i dispersi, il discorso è ovviamente diverso: può darsi che si tratti di dispersi ufficialmente denunciati o solo realmente mancanti.
Da una statistica ufficiosa i morti “indiretti” si aggirerebbero a un numero pressoché uguale a quello degli altri. Con ogni probabilità tuttavia il numero degli “indiretti” è superiore a quello dei “diretti ufficiali”. Il che significa che l’alluvione ha fatto a Firenze un centinaio di vittime.


IMMAGINI TRATTE da Wikimedia Commons

Firenze, via San Remigio: situata nella parte più bassa della città, lungo la via si trova una targa dove una mano scolpita indica il livello raggiunto dalle acque dell’alluvione del 1333; ancora più in alto una targhetta ricorda il livello delle acque nel 1966. Le targhe sono posizionate a circa quattro metri d’altezza.

Via_San_Remigio,_targa_alluvione_1333_e_1966

Lapide in memoria di Elide Benedetti (I, Sailko, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons)

Firenze, piazza del Carmine dopo il ritiro delle acque

Piazza del Carmine-2
Piazza del Carmine

Firenze, viale Fratelli Rosselli: si notano il sottopassaggio ancora allagato e la traccia che le acque hanno lasciato sul muro

vialeRosselli

VIDEO TRATTI da youtube.com

GEOLOCALIZZAZIONE DELL’EVENTO

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