Il 13 marzo 1995 un evento pluviometrico di notevole intensità interessò la Sicilia nord-orientale e la Calabria sud-orientale.
In Sicilia la zona più colpita fu quella della provincia di Catania, dove alcuni pluviometri registrarono valori di cumulata anche superiori ai 200 mm nelle 24 ore, come ad esempio, quelli di Acireale e Linguaglossa, che misurarono rispettivamente 253,6 mm e 224,8 mm di pioggia. In Calabria l’evento si concentrò lungo la costa jonica meridionale e sul crotonese. In particolare le misure di pioggia più elevate si ebbero a S. Agata del Bianco (RC), con oltre 178 mm in 12 ore, e a Santa Severina (KR) con 191,6 mm nelle 24 ore.
A seguito di tali precipitazioni, sia in Sicilia che in Calabria si innescarono frane e allagamenti. Diversi centri abitati vennero invasi dalle acque, che raggiunsero, e talvolta superarono, il metro e mezzo di altezza. In entrambe le regioni si registrarono gravissimi danni alla viabilità urbana ed extraurbana, principale e secondaria, alla linea ferroviaria, alle infrastrutture a rete, e alle attività agricole e produttive.
Le conseguenze più gravi per la popolazione si ebbero in Sicilia, dove persero la vita sei persone: tre a Giarre, travolte in strada dalle acque, due ad Acireale, annegate nella loro casa, e una a Mascali, travolta dalla corrente in strada e trascinata in un tombino. Oltre ai morti, si contarono complessivamente sette feriti e alcune decine di sfollati in varie località. Oltre ai dissesti geo-idrologici, la violenta ondata di maltempo provocò bufere di vento e mareggiate che portarono all’affondamento della nave greca “Pelhunter” a 140 miglia dalla costa catanese. Nel naufragio persero la vita o risultarono dispersi ben 12 sui 15 membri dell’equipaggio.
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IMMAGINI EVENTO tratte da gazzettinonline.itGEOLOCALIZZAZIONE EVENTO
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Fonti:
D. Caloiero, S. Gabriele, M. Govi e O. Petrucci (1995): Il nubifragio del 13 marzo 1995 in Calabria meridionale e in Sicilia orientale. Quaderni di studi e documentazione n. 19. Supplemento a GEAM, 32(4)
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