Il 15 aprile 1978 si verificò uno dei più gravi disastri ferroviari collegati al dissesto geo-idrologico in Italia. A causa della pioggia di quei giorni, a Murazze di Vado (BO), dalla collina prospiciente la linea ferroviaria Firenze-Bologna, si staccò una frana che ricoprì entrambi i binari di fango e terra per un fronte di circa 25 metri ed un’altezza, sul piano della massicciata, di circa 40 centimetri.
Intorno alle 13.30, proveniente da Sud, l’Espresso 572 bis, Bari-Trieste, si trovò di fronte il materiale franato e il locomotore deragliò, invadendo il binario adiacente sul quale, nel giro di pochi secondi, sopraggiunse ad alta velocità il Rapido “Freccia della laguna”. La contemporaneità di arrivo dei due treni non permise agli addetti dell’Espresso di azionare la segnalazione di pericolo. L’impatto, inevitabile, fu violentissimo e devastante. La motrice del Rapido investì quella del Bari-Trieste, uccidendo i quattro macchinisti. Le prime carrozze si sbriciolarono, mentre quelle retrostanti scivolarono per diversi metri lungo la scarpata. L’Espresso rimase fermo sul binario, con i suoi passeggeri incredibilmente illesi. Drammatico il bilancio delle vittime: 48 persone persero la vita e 76 rimasero ferite, alcune in modo gravissimo.
GEOLOCALIZZAZIONE EVENTO
FONTI
Camera dei Deputati, Seduta antimeridiana di lunedì 24 luglio 1978, pp. 20007-20010
Stefano Greco: 15 aprile 1978: Il racconto del più grande incidente ferroviario del dopoguerra
Immagine in evidenza: Wikipedia
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