L’Italia ha una lunga storia di frane ed inondazioni

on Gennaio 18 | in focus | by | with No Comments

Cercando negli archivi, quasi ovunque si trovano immagini come quella riportata sotto che illustra gli effetti di una colata di detrito che inondò l’abitato di Castelsantangelo sul Nera, nelle Marche, il 27 luglio 1906 … oltre un secolo fa. E’ interessante sapere che la stessa area era stata visitata nel 1606 (300 anni prima) da Giovanni Ambrogio Mazenta, un esperto mandato a studiare le cause delle ricorrenti inondazioni prodotte dal fiume Nera e dai suoi affluenti nella vicina cittadina di Visso.

Castelsantangelo sul Nera. Effetti dell’inondazione occorsa il 27 luglio 1906.
CastelSantAngeloNera5

A seguito del suo sopralluogo, Magete concluse che

le cause perché questi fiumi fanno tanti danni sono quattro principali, … la natura … con li geli e le tempeste consuma li monti, e li precipita nelle valli, la qualità dei circondari monti … di arena o di pietra, il calpestio degli armenti e la coltura, la zappa et l’aratro usato più dell’ordinario.

Le cause individuate dall’esperto furono le stesse che indicheremmo oggi: l’assetto geomorfologico, le condizioni climatiche e l’attività antropica. In Italia, informazioni concernenti eventi storici di frana e d’inondazione datano all’epoca romana. La più antica inondazione lungo il fiume Tevere di cui si ha notizia occorse nel 414 a.C., e Plinio il Vecchio raccontò di frane indotte da un terremoto durante la Battaglia del Trasimeno, nella seconda guerra punica del 264 a.C. L’Italia ha anche una lunga storia di studi sugli eventi naturali calamitosi. A cavallo fra il XIX e il XX secolo, vari scienziati naturali raccolsero una grande mole d’informazioni e compilarono cataloghi su diverse tipologie d’eventi naturali calamitosi occorsi nel territorio Italiano, fra cui epidemie, terremoti e attività vulcaniche, inondazioni e frane. Più di recente, risorse sono state investite per raccogliere informazioni e per produrre cataloghi storici di terremoti, e di frane e inondazioni. Il censimento delle Aree Vulnerate Italiane (Progetto AVI), realizzato dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR per conto del Dipartimento della Protezione Civile, ha evidenziato come nel XX secolo si siano verificate in Italia oltre 21.000 frane e oltre 7.000 inondazioni, in oltre 30.000 località. Il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), analizzando i dati contenuti nei Piani di Assetto Idrologico (PAI) redatti delle Regioni e dalle Autorità di Bacino, ha evidenziato come le aree del territorio italiano soggette ad elevata criticità idrogeologica si estendano per almeno 29.500 km2, 9,8% del totale del territorio nazionale, di cui il 58% sono soggette a rischio da frana e il 42% a rischio da alluvione. Per quanto riguarda le frane, l’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI), realizzato da ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome, ha mappato oltre 460.000 frane che hanno interessato un’area complessiva di 20.700 km2, pari al 6,9% del territorio nazionale.

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