Genova e i suoi torrenti: una lunga storia di alluvioni, danni e vittime

on Maggio 16 | in focus | by | with Commenti disabilitati su Genova e i suoi torrenti: una lunga storia di alluvioni, danni e vittime

La storia della città di Genova è intimamente legata ai corsi d’acqua che l’attraversano: il Bisagno, il Polcevera, il Fereggiano e altri corsi minori. Torrenti conosciuti non solo dai genovesi, i loro nomi sono infatti da lungo tempo associati a eventi geo-idrologici disastrosi che hanno ferito la città con gravi conseguenze sia in termini di vittime che di danni e distruzione. Le informazioni che riguardano Genova e i suoi torrenti sono registrate con estrema precisione da molteplici fonti storiche, raccolte e organizzate in monografie a stampa e in cataloghi storici digitali di eventi geo-idrologici. Il catalogo storico degli eventi geo-idrologici con danni alla popolazione in Italia, gestito e aggiornato dall’istituto di ricerca per la Protezione idrogeologica del CNR (IRPI-CNR), raccoglie molte informazioni su frane e inondazioni che hanno ferito il territorio e la città di Genova. Dal 1835 ad oggi, 84 eventi tra frane e inondazioni hanno causato a Genova 86 morti e dispersi e più di tremila tra sfollati e senza tetto. I dati del catalogo storico sono stati combinati con le informazioni che l’ingegner Renzo Rosso nel suo libro “Il Bisagno nascosto” ha raccolto e rese pubbliche. Nel libro vi sono infatti descrizioni molto precise ed estese degli eventi che hanno interessato il fiume Bisagno e gli altri corsi d’acqua che attraversano Genova a partire dalla disastrosa alluvione del 26 ottobre 1822. Se ne ripotano di seguito alcune brevi descrizioni.

«[…] dalla Gazzetta di Genova del 30 ottobre 1822: L’irruenza delle acque fu così rapida che ebbe appena il tempo di trasportare qualche cosa nei piani superiori e di mettere i salvo le persone. Insomma a dieci ore di mattina non vi era alcuna apparenza di pericolo e a un’ora dopo tutto il male era fatto. Molte di dette botteghe avranno un danno di due o tre mila lire […]. Il 28 giugno 1889, a seguito di un violento temporale […] il torrente Bisagno traboccante si riversò improvviso al mare con una veemenza inusitata travolgendo un uomo rimasto imprigionato sotto il ponte della ferrovia […]. La mattina dell’8 ottobre 1892 si era verificato un altro evento alluvionale del torrente Bisagno. L’evento non colpì soltanto Genova ma anche le zone di monte. Nella frazione Traso di Bargagli crollò un albergo, la strada nazionale per lungo tratto è ingombra di macerie […] da Torriglia si annunziano gravi danni a case […]. Il 29 ottobre 1903 […] il Bisagno turgido e limaccioso cresciuto a vista d’occhio trasporta con sé tronchi d’albero, travi e fogliame. (In centro città) come al solito le prime botteghe inondate sono quelle di Piazza Caricamento […]. Tutto il tratto da Via Fontane alla stazione dei tram è convertito in un lago». Il 30 ottobre dello stesso anno vengono «[…] nuovamente inondate le botteghe di Caricamento e Peschiera con un metro d’acqua […]. Il 29 ottobre 1945 si registrarono 510 millimetri di pioggia in 24 ore al passo dei Giovi, stabilendo un nuovo record per la Liguria. La piena più rovinosa fu sul torrente Polcevera, quasi 1500 metri cubi al secondo, mentre la piena del Bisagno venne valutata in 437 metri cubi al secondo a Staglieno. Questo evento colpì soprattutto la zona del centro di Genova, causando gravi danni: il versante destro e il basso bacino furono investiti da intense precipitazioni e la copertura entrò per la prima volta in pressione, causando a monte la sommersione del ponte di Sant’Agata e l’allagamento di corso Sardegna e di piazza Romagnosi; a valle, l’allagamento di piazza della Vittoria. Esondarono anche il rio Fereggiano in piazza Galileo Ferraris, il rio Veilino a Ca’ di Riva, e i rii Torbido e Geirato. La piena provocò anche il crollo di alcuni ponti della strada statale 45 […] Fra il 7 e l’8 ottobre del 1970 in città si abbatté un autentico diluvio, che perdurò per ore e ore […] è la grave alluvione che travolse Genova. In quei giorni, tra le ore 19:00 del 7 ottobre e le ore 17:00 dell’8 ottobre 1970, a Bolzaneto, quartiere periferico in Val Polcevera, caddero sino a 948 mm di pioggia (dato integro registrato in una stazione amatoriale). Praticamente tutti i quartieri genovesi furono interessati dagli allagamenti. Esondarono il Bisagno, il Ferregiano, il Leira, lo Sturla e la Polcevera.»

Dall’alluvione del 1970 che causò 44 vittime, di cui 35 morti e 8 dispersi e  oltre 2000 sfollati, Genova ha continuato ad essere colpita e a registrare danni e vittime. Questi eventi più noti alla cronaca nazionale si sono ripetuti con diverse intensità fino ad oggi. Dai dati dell’IRPI spiccano, per gravità, quello del settembre del 1992 quando le città più colpite furono Savona e Genova e le esondazioni dei torrenti causarono complessivamente 7 morti e centinaia di sfollati. Ancora nell’ottobre del 1995 quando il torrente Polcevera fece registrare gravi danni e costrinse alcune persone a lasciare le proprie case. È infine cronaca molto più recente quella degli eventi alluvionali del novembre 2011 e dell’ottobre 2014. L’evento del 4 novembre 2011 concluse una serie di gravi fatti che, tra ottobre e novembre, interessarono la Liguria. Il 25 ottobre un sistema temporalesco era transitato tra la Liguria di Levante e la Toscana Nord-occidentale scaricando notevoli quantità di precipitazioni: in sei ore si misurarono infatti più di 500 mm di pioggia. Gravemente colpite le zone della Lunigiana e delle Cinque Terre; in Liguria si registrarono 11 morti (altri due si registrarono in Toscana) 2 feriti ed almeno 400 sfollati. Pochi giorni dopo, il 4 Novembre 2011, un evento meteorologico intenso interessò una ristretta area della Liguria concentrando i suoi effetti più disastrosi nella città di Genova, dove si misurarono circa 500 mm di pioggia in poche ore. I dissesti maggiori si verificarono allo sbocco dei bacini idrografici di limitate dimensioni, dove si raccolsero grandi quantità di acqua mista a fango e detriti, talora con tronchi e massi. L’esondazione del Torrente Fereggiano causò 6 vittime a Genova, e in tutta la città gli sfollati furono almeno 150. Gli ultimi gravi eventi alluvionali verificatisi in città si sono registrati tra il 9 e l’11 ottobre 2014, causati da piogge particolarmente intense e molto localizzate che si sono abbattute in diverse zone del capoluogo ligure e provincia. Nella giornata del 9 ottobre 2014 le abbondantissime piogge si sono concentrate soprattutto su Genova, dove nel corso della serata sono esondati il torrente Bisagno, il rio Fereggiano ed il torrente Sturla. Le acque, che in alcuni punti hanno raggiunto l’altezza di un metro e ottanta, hanno provocato gravissimi danni ai locali situati al pianterreno e trascinato numerose auto. Per molte ore la città è rimasta priva di energia elettrica. Tra le zone più colpite quella di Brignole, dove, nei pressi della stazione, è stato recuperato il corpo della vittima causata da questo evento. Da quanto emerge dai dati a disposizione nell’area genovese, numerosi degli eventi storici che hanno causato danni materiali ingenti e danni alla popolazione, inclusi morti e dispersi, sono stati provocati da piogge di breve durata e alta intensità, peraltro caratteristici di tutto il territorio ligure. Nonostante i progressi delle moderne previsioni meteorologiche, tali eventi intensi e che evolvono velocemente nello spazio e nel tempo, restano ancora difficili da prevedere con accuratezza. In Liguria, come in altre are del paese, eventi meteorologici intensi producono precipitazioni che facilmente superano i 70 mm in un’ora, i 120 mm in 2 ore, e i 200 mm in 6 ore. Le precipitazioni cadono in bacini idrografici di piccola dimensione (da alcune decine a poche centinaia di chilometri quadri) caratterizzati da versanti acclivi o molto acclivi, in aree anche fortemente urbanizzate. Ciò contribuisce a produrre frane diffuse e piene improvvise (“flash floods”) che a loro volta producono un notevole trasporto di sedimenti e detriti lungo i torrenti e i fiumi. Tali condizioni (meteorologiche, geomorfologiche, idrologiche, urbanistiche), non rare in Liguria in particolare nei mesi di settembre e ottobre, possono facilmente mettere in crisi le porzioni terminali dei bacini idrografici.

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